giovedì 3 settembre 2009

Un cammino per diventare cristiani



IL CAMMINO NEOCATECUMENALE
RICONOSCIUTO DALLA SANTA SEDE COME
CATECUMENATO POSTBATTESIMALE

Dopo più di cinque anni di lavoro, la Santa sede ha approvato lo Statuto del Cammino Neocatecumenale confermandone la prassi in oltre 105 nazioni per più di trenta anni.

Il decreto di approvazione, con la data della Festività dei Santi Pietro e Paolo, è stato consegnato solennemente, il 28 giugno agli iniziatori del cammino, Kiko Argüello e Carmen Hernández insieme al Padre Mario Pezzi, dal Cardinale Stafford, presidente del Pontificio Consiglio dei Laici, il Dicastero a cui il Santo Padre ha affidato il compito di guidare l’elaborazione dello Statuto.

Il Cammino Neocatecumenale non è stato approvato come un’associazione, un movimento o una congregazione religiosa, ma, rispettando e confermando l’intenzione degli iniziatori, come un itinerario di iniziazione cristiana per la riscoperta del battesimo, cioè un catecumenato post-battesimale (vedi Statuto, articolo 1) al servizio delle diocesi e delle parrocchie.

A sottolineare il valore ecclesiale e l’importanza di questo atto, l’approvazione dello Statuto del Cammino è stato il frutto di un lavoro congiunto di ben cinque dicasteri: il Pontificio Consiglio dei Laici, la Congregazione della Fede, la Congregazione per il Culto Divino, la Congregazione per il Clero e la Catechesi e la Congregazione per l’Educazione Cattolica.

E’ un gesto di grande rilevanza poiché si tratta del primo catecumenato post-battesimale riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa Cattolica.

Questa approvazione formalizza e precisa il riconoscimento già fatto nel 1990 del Santo Padre, che riconobbe il cammino come un "itinerario di formazione cattolica valido per la società ed i tempi odierni".

Il lavoro di elaborazione si è protratto perché le figure giuridiche più usate dal Codice di Diritto Canonico sono quella di associazione o fondazione, che non corrispondono alla natura del Cammino Neocatecumenale. In quanto Iniziazione Cristiana il Cammino infatti è al servizio delle diocesi e dei parroci, senza costituirsi in entità autonoma.

Lo Statuto si compone di 35 articoli. Nel primo articolo si esprime la natura del Cammino e si descrivono i 4 beni spirituali che costituiscono il Cammino Neocatecumenale. Essi sono:

1. il neocatecumenato o catecumenato postbattesimale, vedi Titolo II;

2. il catecumenato per non battezzati secondo le indicazioni dell’OICA, vedi Titolo IV;

3. l’educazione permanente delle comunità che continuano in parrocchia dopo avere terminato il neocatecumenato, vedi Titolo III;

4. il servizio alla catechesi, come, ad esempio, il ritorno allo schema primitivo di evangelizzare per mezzo di equipe itineranti disposte ad andare in tutto il mondo in base al mandato del loro battesimo, vedi Titolo V.

Nel secondo articolo si stabiliscono le modalità di attuazione del Cammino: esso si attua nelle diocesi "sotto la direzione del vescovo" (vedi art. 2,1°) e "secondo «le linee proposte dagli iniziatori»" (vedi art. 2,2º): il soggetto che promuove l’iniziazione cristiana è ovviamente il vescovo (vedi art. 26), a cui è però offerto uno strumento approvato dalla Santa Sede e configurato secondo le indicazioni dello Statuto. Infine negli ultimi articoli si specificano le modalità previste per la successione all’equipe degli iniziatori del Cammino Neocatecumenale.

Si tratta di una formulazione prevista dai codici, ma nuova e di grande coraggio.

In un mondo sempre più lontano dalla cristianità e stretto fra secolarizzazione e fondamentalismi, la Santa Sede con quest’atto sottolinea coraggiosamente l’urgente necessità che i battezzati riscoprano le radici della loro fede e, di fronte alla generale scristianizzazione della società moderna, si dota di uno strumento per rievangelizzare l’uomo contemporaneo.

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